Corporate governance e successo sostenibile
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Il tema del finalismo o dello scopo delle imprese è da sempre oggetto di un accesso dibattito tra gli studiosi, i policy makers e i practitioners.
Le varie proposte per un capitalismo sostenibile
In particolare, negli ultimi anni, dopo un lungo periodo relativamente stabile, il dibattito sul finalismo di impresa si è acceso improvvisamente e vari autorevoli protagonisti hanno avanzato proposte a favore del cosiddetto stakeholder capitalism.
Nella lettera annuale inviata nel 2018 agli amministratori delegati delle grandi imprese, Larry Fink (presidente e amministratore delegato di BlackRock, la più grande società di investimento al mondo) ha sottolineato ai top manager l’importanza di combinare il perseguimento del profitto con la ricerca del benessere della collettività. Dopo avere affermato che i governi nazionali non sono più in grado di gestire direttamente tutti i temi sociali e ambientali, egli ha invitato le imprese a contribuire attivamente alla risoluzione delle grandi sfide che caratterizzano la nostra società, superando l’obiettivo di massimizzare i profitti di breve termine al fine di creare valore sostenibile nel lungo termine.
Nella lettera inviata agli amministratori delegati l’anno successivo, Larry Fink ha sottolineato che il profitto e il purpose sono indissolubilmente legati. Il purpose – i.e., la ragion d'essere fondamentale dell'azienda – deve guidare la strategia aziendale e il perseguimento del profitto. Mettere il purpose al centro della riflessione nelle aziende può infatti produrre numerosi risultati positivi: unire gli stakeholder, stimolare un comportamento etico, governare la cultura aziendale e alimentare la creazione di valore nel lungo termine.
Queste due lettere sono considerate uno spartiacque nel dibattito sullo scopo delle imprese. La risposta degli amministratori delegati statunitensi non ha tardato molto. Con la dichiarazione pubblicata il 19 agosto 2019, il Business Roundtable (i.e., l'associazione degli amministratori delegati delle principali aziende americane) ha superato il precedente “Statement on the purpose of a corporation” fondato sul primato degli azionisti e ha abbracciato una concezione dell’impresa orientata agli stakeholder. Questa nuova impostazione sottolinea, ad esempio, l'importanza di soddisfare i clienti, investire nei collaboratori, trattare in modo equo ed etico i fornitori, sostenere le comunità e generare valore a lungo termine per gli azionisti.
Nell’enciclica «Fratelli Tutti» (2020), Papa Francesco ha invitato manager e imprenditori a superare un’economia liberista al fine di costruire “una economia più attenta ai principi etici” e fondata sulla carità e sulla fratellanza.
Da diversi anni, anche l’Unione Europea incoraggia un comportamento aziendale socialmente responsabile. Prima, ha introdotto alcune norme come, ad esempio la Direttiva sull’informazione non finanziaria (2014/95/UE), che impone alle imprese obblighi informativi sulle politiche di gestione dei rischi ambientali e sociali, e la Direttiva sui diritti degli azionisti (2017/828/UE), che richiede alle società di definire politiche di remunerazione che contribuiscano agli interessi a lungo termine e alla sostenibilità delle imprese. Più di recente, ha aperto una consultazione sul tema del governo societario sostenibile per comprendere quale sia il modo migliore per promuovere un comportamento aziendale responsabile e sostenibile.
A gennaio 2020, durante il World Economic Forum, Klaus Schwab ha promosso un Davos manifesto a favore del cosiddetto stakeholder capitalism. Secondo questa impostazione, le imprese private sono dei fiduciari della società civile che, per ottemperare alle loro responsabilità, devono creare valore condiviso e duraturo. Per raggiungere tale obiettivo, è fondamentale soddisfare i bisogni dei clienti, trattare le persone con dignità e rispetto, gestire i fornitori come partner strategici, sostenere la comunità e pagare tasse eque, generare un equo ritorno sugli investimenti degli azionisti.
Il successo sostenibile nel codice di corporate governance
Le proposte descritte in precedenza hanno alimentato una discussione su come la corporate governance deve essere riprogettata al fine di soddisfare le crescenti responsabilità sociali e ambientali delle imprese.
La recente evoluzione del codice di corporate governance italiano rappresenta un primo passo verso questa direzione, invitando a perseguire il successo sostenibile, inteso come “la creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società”.
Per rendere concreto questo obiettivo, il codice di corporate governance:
- attribuisce al consiglio di amministrazione la responsabilità di perseguire il successo sostenibile (articolo 1);
- suggerisce di collegare il compenso dei vertici aziendali al successo sostenibile (articolo 5);
- sottolinea che i meccanismi di controllo devono presidiare i rischi connessi con il raggiungimento del successo sostenibile (articolo 6).
In coerenza con l’evoluzione del contesto esterno, anche Angelini Industries ha innovato il proprio modello di governance al fine di favorire un capitalismo più inclusivo e sostenibile. In particolare, va in questa direzione l’approccio culturale e comportamentale che caratterizza il Gruppo e che è rappresentato dall’identificazione e dalla diffusione, all’interno dell’organizzazione, del purpose, sintetizzabile nella costante cura verso le persone e le famiglie (”unwavering care for people and families”), della visione, che enfatizza l’obiettivo di costruire un futuro migliore attraverso la sostenibilità ambientale ed economica, nonché la ridefinizione dei valori del gruppo (i.e., Ethics and Responsibility, Performance, Innovation, Engagement), a loro volta declinati in specifici comportamenti che guidano l’agire di tutti i collaboratori del Gruppo.