Salute mentale: una priorità strategica per il futuro del Paese
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La salute mentale rappresenta un pilastro imprescindibile per il benessere individuale e collettivo e un elemento chiave per la crescita socio-economica di un Paese.
Il rapporto “La salute mentale come motore della crescita socio-economica dell’Italia”, realizzato da Angelini Pharma in partnership con The European House – Ambrosetti nell’ambito dell’iniziativa “Headway® – A New Roadmap in Brain Health: Focus Mental Health” , analizza il contesto italiano ed europeo evidenziando dati concreti e tendenze significative. In particolare, il report esplora il ruolo centrale della salute mentale come fattore abilitante per la crescita socio-economica del Paese, con un focus sugli impatti sul lavoro.
L’Importanza della Brain Health: un approccio olistico alla salute mentale
Il Report evidenzia come il paradigma della Brain Health stia assumendo un ruolo sempre più centrale nelle politiche sanitarie internazionali. Le principali organizzazioni internazionali, a partire dall’OMS, stanno oggi promuovendo un approccio integrato che considera la salute mentale e neurologica come due dimensioni inscindibili, da affrontare in maniera congiunta per garantire il benessere sociale ed economico.
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Le evidenze scientifiche dimostrano come diverse condizioni neurologiche e psichiatriche siano interdipendenti: ad esempio, alcuni studi collegano la salute neurologica e quella mentale, dimostrando l'esistenza di una relazione bidirezionale tra depressione ed epilessia. L’interconnessione tra salute mentale e neurologica suggerisce la necessità di strategie terapeutiche integrate, che comprendano prevenzione, diagnosi precoce e percorsi di cura personalizzati.
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Investire in Brain Health significa, inoltre, adottare un approccio multidisciplinare per ridurre il burden economico delle patologie cerebrali, che rappresentano una delle principali cause di disabilità a livello globale. In quest’ottica, le politiche di salute pubblica dovrebbero includere azioni volte a:
- Potenziare la capacità diagnostica e terapeutica, migliorando la formazione multidisciplinare degli operatori sanitari e promuovendo un approccio integrato ai disturbi mentali e neurologici
- Promuovere strategie di prevenzione nei luoghi di lavoro e nelle scuole, sensibilizzando aziende e istituzioni scolastiche sui fattori di rischio psicosociali, come indicato nelle raccomandazioni dell’OMS e ILO sulla salute mentale nei contesti professionali
- Sviluppare programmi di reinserimento lavorativo, creando un ambiente favorevole e riducendo lo stigma che colpisce le persone con disturbi mentali e neurologici
Salute mentale e mercato del lavoro: dati e tendenze del contesto italiano
A livello epidemiologico, i disturbi mentali colpiscono in Italia circa una persona su sei, con ansia e depressione tra le patologie più diffuse. Particolarmente critica è la situazione della popolazione in età lavorativa, che rappresenta il 64,8% dei casi totali. La difficoltà di accesso alle cure, combinata con lo stigma e la precarietà lavorativa, genera un circolo vizioso tra disagio psicologico e instabilità occupazionale, con impatti anche sul potenziale economico del Paese.
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I lavoratori con disturbi mentali si trovano spesso ad affrontare discriminazioni, tassi di occupazione più bassi e difficoltà di reinserimento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) identifica la piena capacità lavorativa come uno degli indicatori chiave di una buona salute mentale, evidenziando il legame indissolubile tra benessere psicologico e performance economica. Tuttavia, l’accesso ai servizi di supporto rimane insufficiente: esiste un divario significativo tra la prevalenza reale dei disturbi mentali e i casi effettivamente trattati, determinato da ostacoli economici, culturali e organizzativi che limitano l’accessibilità ai percorsi di cura.
Tra gli aspetti più critici evidenziati dal Report si inserisce la salute mentale dei giovani, una fascia particolarmente vulnerabile che si trova ad affrontare incertezze lavorative, pressioni economiche e aspettative sociali elevate. Secondo gli studi dell’OCSE, il disagio psicologico tra i giovani adulti è in forte crescita, con un impatto diretto sulla loro capacità di inserirsi e rimanere nel mercato del lavoro. Se non affrontato adeguatamente, questo fenomeno rischia di creare una generazione di lavoratori precari e demotivati, con conseguenze negative a lungo termine sulla produttività e sulla coesione sociale.
L’impatto economico della salute mentale: una sfida da trasformare in opportunità
A livello globale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenzia come il mancato supporto alla salute mentale abbia conseguenze economiche rilevanti, con una perdita stimata di 12 miliardi di giornate lavorative all’anno e un costo complessivo superiore a un trilione di dollari.
Attualmente, l'Italia destina il 3,4% della spesa sanitaria nazionale in salute mentale. Un incremento fino al 5%, in linea con la media UE,comporterebbe benefici economici per 10,4 miliardi di euro, derivanti dalla riduzione della spesa sanitaria diretta, della spesa assistenziale e sociale e dal miglioramento della produttività. Secondo le stime del Report italiano di Headway, ogni euro investito in salute mentale produce un ritorno di 4,7 euro per il Sistema-Paese.
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In particolare, le simulazioni economiche del report delineano due possibili scenari di investimento:
- Scenario A: raggiungimento del 10% della spesa sanitaria in salute mentaleUn incremento di 9,1 miliardi di euro annui genererebbe risparmi diretti di 29,6 miliardi e benefici indiretti per 13,7 miliardi, con un impatto totale di 43,3 miliardi di euro.
- Scenario B: raggiungimento del 5% della spesa sanitaria in salute mentale Un investimento addizionale di 2,2 miliardi di euro annui consentirebbe di ottenere benefici complessivi pari a 10,4 miliardi di euro.
Queste proiezioni evidenziano come l'aumento degli investimenti in salute mentale non sia solo una scelta etica e sociale, ma una vera e propria leva di crescita economica. Affrontare il problema in modo strutturato e con risorse adeguate consentirebbe di migliorare il benessere della popolazione, ridurre il carico sul sistema sanitario e garantire una maggiore competitività del Paese nel lungo periodo.
Le priorità di azione per un cambio di rotta
È necessario adottare un approccio trasversale alla salute mentale che coinvolga tutte le politiche, riconosca i determinanti individuali, sociali, ambientali ed economici e affronti le sfide legate alla salute mentale in ogni ambito della vita, compresi i luoghi di lavoro, le scuole e la società in generale e in ogni fascia di età.
Il report sottolinea l’urgenza di un approccio trasversale alla salute mentale e alla Brain Health, che coinvolga il settore sanitario, il mondo del lavoro, il sistema educativo e le politiche sociali. Le azioni prioritarie proposte includono:
- Aumento della spesa sanitaria per la salute mentale, allineandosi almeno alla media europea del 5% per garantire un impatto positivo su sanità, lavoro e società.
- Integrazione della salute mentale e neurologica nelle politiche pubbliche e aziendali, promuovendo programmi strutturati di supporto psicologico per lavoratori e studenti.
- Miglioramento dell’accesso ai servizi di cura, attraverso una distribuzione più equa delle risorse territoriali e il potenziamento delle infrastrutture sanitarie.
- Sviluppo di strategie di prevenzione, con politiche integrate che riconoscano la Brain Health come priorità a livello nazionale.
L'Italia ha oggi l'opportunità di allinearsi ai migliori standard europei e di promuovere un modello di sviluppo più equo e sostenibile, in cui il benessere psicologico venga riconosciuto come un elemento chiave per la crescita del Paese. Destinare maggiori risorse alla salute mentale, in particolare tra i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, significa costruire una società più resiliente, inclusiva e competitiva, in cui il talento e le capacità di ogni individuo possano essere valorizzati appieno.